Il lutto perinatale è per i genitori
un’esperienza di intenso dolore e sofferenza per la perdita di un figlio atteso
e perso durante la gravidanza o al momento del parto o nel periodo
immediatamente vicino alla nascita. E’ un evento che, soprattutto nei primi tempi,
lascia nella coppia un senso di vuoto e un dolore profondo che sembra
impossibile da superare.
Purtroppo però ancora oggi nella nostra società non sempre questo dolore viene riconosciuto , non ci sono rituali appropriati, non si fanno condoglianze e c’è la tendenza a voler consolare la coppia minimizzando l’accaduto con frasi inopportune della serie “Non preoccupatevi ne farete presto altri!”, che non corrispondono per nulla ai vissuti ed ai bisogni dei genitori. La morte perinatale può avere sui genitori delle conseguenze sia sul benessere fisico che psicologico e rappresenta una vera e propria esperienza luttuosa.
Purtroppo però ancora oggi nella nostra società non sempre questo dolore viene riconosciuto , non ci sono rituali appropriati, non si fanno condoglianze e c’è la tendenza a voler consolare la coppia minimizzando l’accaduto con frasi inopportune della serie “Non preoccupatevi ne farete presto altri!”, che non corrispondono per nulla ai vissuti ed ai bisogni dei genitori. La morte perinatale può avere sui genitori delle conseguenze sia sul benessere fisico che psicologico e rappresenta una vera e propria esperienza luttuosa.
La reazione alla perdita è
strettamente correlata con il tempo di gestazione, con il livello di
attaccamento al momento della perdita, con il modo in cui è avvenuta la morte e
con le perdite subite in precedenza.
Il vissuto di maternità e paternità si modifica col trascorrere del tempo, rafforzando di conseguenza la profondità del legame fra i genitori ed il bambino, costruendo ed alimentando sempre più quelle che sono le attese riversate sulla nuova vita. Più aumenta il tempo di gestazione e più i genitori cominciano inevitabilmente a fantasticare sul futuro del loro bambino, creando una serie di aspettative su come sarà.
Dunque scoprire di aver perso il proprio bambino a poche settimane, giorni o istanti dalla nascita può essere emotivamente devastante. La mamma che perde un figlio viene pervasa da molte emozioni quali disorientamento, dolore, senso di vuoto, tristezza, collera, infinito senso di solitudine e di fallimento, incapacità di pensare al futuro, di reagire.
Queste sono delle reazioni normali, di norma perdurano per alcuni mesi e potrebbero riapparire con intermittenza nel corso del tempo.
Il vissuto di maternità e paternità si modifica col trascorrere del tempo, rafforzando di conseguenza la profondità del legame fra i genitori ed il bambino, costruendo ed alimentando sempre più quelle che sono le attese riversate sulla nuova vita. Più aumenta il tempo di gestazione e più i genitori cominciano inevitabilmente a fantasticare sul futuro del loro bambino, creando una serie di aspettative su come sarà.
Dunque scoprire di aver perso il proprio bambino a poche settimane, giorni o istanti dalla nascita può essere emotivamente devastante. La mamma che perde un figlio viene pervasa da molte emozioni quali disorientamento, dolore, senso di vuoto, tristezza, collera, infinito senso di solitudine e di fallimento, incapacità di pensare al futuro, di reagire.
Queste sono delle reazioni normali, di norma perdurano per alcuni mesi e potrebbero riapparire con intermittenza nel corso del tempo.
Ci sono donne che non si
prendono il tempo necessario per elaborare adeguatamente la perdita subita tentando
subito una nuova gravidanza, nonostante la mancata elaborazione del lutto possa
proiettare ansie e vissuti sul nuovo nascituro, che rischia di diventare un
sostituto del bimbo perso.
Come superare il trauma del lutto perinatale?
È fondamentale accogliere il dolore che
si sta provando e prendersi
tutto il tempo necessario per rielaborare il lutto che si è vissuto, senza avere fretta.
Il dolore è un passaggio obbligato e direi necessario ai fini della guarigione, c’è bisogno di tempo per rimarginare le ferite.
Inoltre è fondamentale non chiudersi in se stessi e condividere il dolore con le persone vicine.
L’ideale sarebbe confrontarsi con chi ha già vissuto la stessa esperienza, in modo da poter esternare liberamente i propri sentimenti e le proprie paure.
Il dolore è un passaggio obbligato e direi necessario ai fini della guarigione, c’è bisogno di tempo per rimarginare le ferite.
Inoltre è fondamentale non chiudersi in se stessi e condividere il dolore con le persone vicine.
L’ideale sarebbe confrontarsi con chi ha già vissuto la stessa esperienza, in modo da poter esternare liberamente i propri sentimenti e le proprie paure.
E' molto importante che la
coppia rimanga unita durante i mesi successivi; comunicazione, comprensione e
tolleranza sono ingredienti indispensabili per affrontare questa forte
esperienza.
E’ importante creare degli spazi in cui poter ricordare il piccolo, anche semplicemente conservando alcune fotografie, o tenendo un diario con i ricordi, le immagini dell'ecografia, le emozioni per il piccolo, soprattutto se non si ha avuto la possibilità di poterlo vedere o toccare. Sarebbe deleterio per la coppia chiudersi nel proprio dolore, evitare di parlare dei propri sentimenti, delle sensazioni e stati d’animo che seguono l’evento luttuoso, oppure cercare di nascondere gli oggetti che potrebbero ricordare il piccolo, negando quindi la sua esistenza.
In genere è necessario far passare un periodo di tempo adeguato (almeno 6-12 mesi) prima di riprovare ad avere una nuova gravidanza in quanto se non si lascia passare un ragionevole periodo di tempo la mamma rischierà di vivere con distacco emotivo la nuova gravidanza nella paura che anche questa possa non andare a buon fine, oppure potrebbe sentire forte il senso di colpa per la paura di dimenticare o rinnegare in questo modo il precedente bambino.
Un’adeguata elaborazione del lutto consentirà ai genitori di pensare al bimbo perduto non più solo con dolore ma con tenerezza e nostalgia ed affrontare una nuova gravidanza in serenità, senza sensi di colpa e col giusto coinvolgimento emotivo. Nei casi in cui il dolore sia troppo grande ed abbia delle ripercussioni su più aspetti della vita di coppia, può essere di grande aiuto un sostegno psicologico per favorire un’adeguata elaborazione del lutto ed una sana riapertura alla vita.
Dott.ssa Rita Manzo
E’ importante creare degli spazi in cui poter ricordare il piccolo, anche semplicemente conservando alcune fotografie, o tenendo un diario con i ricordi, le immagini dell'ecografia, le emozioni per il piccolo, soprattutto se non si ha avuto la possibilità di poterlo vedere o toccare. Sarebbe deleterio per la coppia chiudersi nel proprio dolore, evitare di parlare dei propri sentimenti, delle sensazioni e stati d’animo che seguono l’evento luttuoso, oppure cercare di nascondere gli oggetti che potrebbero ricordare il piccolo, negando quindi la sua esistenza.
In genere è necessario far passare un periodo di tempo adeguato (almeno 6-12 mesi) prima di riprovare ad avere una nuova gravidanza in quanto se non si lascia passare un ragionevole periodo di tempo la mamma rischierà di vivere con distacco emotivo la nuova gravidanza nella paura che anche questa possa non andare a buon fine, oppure potrebbe sentire forte il senso di colpa per la paura di dimenticare o rinnegare in questo modo il precedente bambino.
Un’adeguata elaborazione del lutto consentirà ai genitori di pensare al bimbo perduto non più solo con dolore ma con tenerezza e nostalgia ed affrontare una nuova gravidanza in serenità, senza sensi di colpa e col giusto coinvolgimento emotivo. Nei casi in cui il dolore sia troppo grande ed abbia delle ripercussioni su più aspetti della vita di coppia, può essere di grande aiuto un sostegno psicologico per favorire un’adeguata elaborazione del lutto ed una sana riapertura alla vita.
Dott.ssa Rita Manzo
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Buonasera io la sto affrontando stando a contatto con la mia nipotina Viola e i bambini che vengo a trovare la cognata di mio marito.I bambini portano energia e allegria aaa!sono consapevole di quello che mi è successo.Ho affrontato un dolore devastante e tortuoso ma come madre sono forte.e so che il mio piccolino Andrea piange se io soffro.
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