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SALVE, SONO LA DOTT.SSA RITA MANZO, PSICOLOGA E PSICOTERAPEUTA SISTEMICO-RELAZIONALE. RICEVO TUTTI I GIORNI DAL LUNEDI AL VENERDI DALLE 8:30 ALLE 20:30 PREVIO APPUNTAMENTO TELEFONICO AL NUMERO 3333072104. LO STUDIO SI TROVA A CALVI RISORTA (CE), IN VIA GUGLIELMO MARCONI N.30. SI HA LA POSSIBILITA' DI USUFRUIRE DELLA TERAPIA PSICOLOGICA ANCHE IN MODALITA' ONLINE. SERVIZI OFFERTI: PSICOTERAPIA INDIVIDUALE, DI COPPIA E FAMILIARE, CONSULENZA E SOSTEGNO PSICOLOGICO.

sabato 30 marzo 2013

BUONA PASQUA!

INTERVISTA SUL SETTIMANALE GRAZIA n°13 MARZO 2013

La Dott.ssa Rita Manzo, psicologa e psicoterapeuta, è stata recentemente intervistata dalla giornalista Marìka Surace sul settimanale nazionale di attualità, moda e spettacolo "GRAZIA" n°13 di marzo 2013.
Si propone qui un pezzo dell'articolo dal titolo  "E' la febbre del gioco" che tratta appunto di un problema di grande attualità, quello del gioco d'azzardo patologico.


....Secondo il ministero della Sanità, quasi un milione di italiani soffre di ludopatia, ovvero il gioco d'azzardo patologico. E con un recente decreto il ministro Renato Balduzzi le ha riconosciuto lo status di vera e propria dipendenza che, come tale, va curato dal servizio sanitario nazionale. << Il gioco d'azzardo patologico è una malattia cronica>>, spiega Rita Manzo, psicologa e psicoterapeuta che alla ludopatia ha dedicato molti studi. << Serve dunque un intervento terapeutico strutturato, anche se, purtroppo, chi ne soffre difficilmente riconosce di essere malato>>. Non solo poker online e tavoli da gioco, ma gli apparentemente innoqui bingo, gratta e vinci e slot machine creano una dipendenza che coinvolge sempre più le donne. <<Colpite più delle altre categorie dalla crisi economica, sperano di riacquistare la perduta autonomia, o di risollevare le sorti della famiglia, attraverso una vincita>>, continua la psicoterapeuta. << A volte si inizia per noia o solitudine, poi il gioco diventa un'evasione dalle preoccupazioni quotidiane. Ma l'unico traguardo possibile è la dipendenza. E solo con  un percorso psicologico, che coinvolga anche amici e familiari, si può sperare di guarire>>....

Per approfondire l'argomento si può consultare l'articolo dal titolo gioco d'azzardo patologico: con la ludopatia non si gioca!


mercoledì 27 marzo 2013

AGORAFOBIA: AIUTO, HO PAURA AD USCIRE DI CASA!

L'agorafobia (o sindrome agorafobica) costituisce una forma di ansia innescata dal trovarsi in luoghi o situazioni in cui non sia possibile ricevere soccorso o da cui potrebbe risultare difficile fuggire. Il termine "agorafobia" significa "paura degli spazi aperti" anche se il significato è esteso a tutti i luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto nel caso di un attacco di panico. L'elemento comune e caratterizzante delle numerose situazioni che possono originare disturbi da agorafobia è l'impossibilità dell'individuo a sottrarsi facilmente da esse, siano esse fisiche (stare fuori casa da soli, trovarsi in mezzo a una folla o in un treno) o psicologiche (la paura di malattie gravi o la volontà incontrollabile di rifugiarsi in un luogo sicuro).
I pazienti con Agorafobia temono le situazioni in cui è difficile scappare o ricevere soccorso; di conseguenza, essi evitano tali luoghi al fine di controllare l’ansia legata alla prefigurazione di una nuova crisi di panico. Evitano sistematicamente tutti i luoghi, le situazioni ed i contesti nei quali ci potrebbero essere ostacoli alla possibilità di essere aiutati. Tra le situazioni che più frequentemente vengono evitate si riscontrano: uscire da soli o stare a casa da soli; guidare o viaggiare in automobile; frequentare luoghi affollati come mercati o concerti; prendere l’autobus o l’aereo; essere su un ponte o in ascensore. 
Quando questi evitamenti iniziano a compromettere le attività quotidiane ed il funzionamento socio-lavorativo della persona allora si parla di Agorafobia. 
Talvolta, il problema è più difficile da individuare perché il soggetto non evita certe situazioni temute ma diviene incapace di affrontarle senza l’assistenza di una persona di fiducia.
I criteri diagnostici per l’Agorafobia secondo il DSM-IV-TR sono i seguenti:
A. Ansia relativa al trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto nel caso di un Attacco di Panico inaspettato o sensibile alla situazione o di sintomi tipo panico. I timori agorafobici riguardano tipicamente situazioni caratteristiche che includono essere fuori casa da soli; essere in mezzo alla folla o in coda; essere su un ponte e il viaggiare in autobus, treno o automobile.
Nota: Prendere in considerazione la diagnosi di Fobia Specifica se l’evitamento è limitato a una o solo a poche situazioni specifiche o la Fobia Sociale se l’evitamento è limitato alle situazioni sociali.
B. Le situazioni vengono evitate (per es., gli spostamenti vengono ridotti) oppure sopportate con molto disagio o con l’ansia di avere un Attacco di Panico o sintomi tipo panico, o viene richiesta la presenza di un compagno.
C. L’ansia o l’evitamento fobico non sono meglio giustificabili da un disturbo mentale di altro tipo, come Fobia Sociale(per es., evitamento limitato alle situazioni sociali per timore di essere imbarazzato), Fobia Specifica (per es., evitamento limitato ad una singola situazione, come gli ascensori), Disturbo Ossessivo-Compulsivo (per es., evitamento dello sporco per gli individui con ossessioni di contaminazione), Disturbo Post-traumatico da Stress (per es., evitamento di stimoli associati con un grave fattore stressante) o Disturbo d’Ansia di Separazione (per es., evitamento della separazione dalla casa o dai familiari).

SINTOMI DELL’AGORAFOBIA
I sintomi di agorafobia sono sia di natura fisica che psicologica. I pazienti che hanno avuto un attacco di panico o altri sintomi di panico in passato, possono temere di rimanere intrappolati in situazioni simili in cui è difficile scappare o dove possono perdere il controllo in un luogo pubblico.
I sintomi psicologici dell'agorafobia possono includere: sensazione di agitazione o irascibilità , rimanere chiusi in casa per lunghi periodi di tempo, sensazione di essere staccati o lontani dagli altri, senso di impotenza e di sentirsi dipendenti dagli altri, sensazione che il corpo e l'ambiente siano irreali, pensieri confusi o disordinati. Tipicamente, i pazienti sperimentano ansia o attacchi di panico e i relativi sintomi fisici che spesso li accompagnano, come battito cardiaco accelerato, sudorazione eccessiva e problemi respiratori. Altri sintomi fisici includono: dolore addominale, dolore toracico, capogiri, spasmi muscolari o tremore, sensazione di testa vuota, nausea e vomito, intorpidimento e formicolio, rossore della pelle.
Le persone con agorafobia spesso diventano frustrate e si vergognano del loro comportamento. Di conseguenza, sono a rischio per lo sviluppo di molte altre condizioni, tra cui la depressione e l'abuso di sostanze stupefacenti. L'isolamento e l'evitamento sono tendenze tipiche di chi soffre di agorafobia. Le situazioni vengono evitate oppure sopportate con molto disagio o con l'ansia di avere un Attacco di Panico o sintomi tipo panico, o viene richiesta la presenza di un compagno, di un partner solidale, di una persona in grado di rassicurare.

CAUSE DELL’AGORAFOBIA
La sindrome agorafobica è dovuta a un insieme di fattori ambientali (esterni), fisici e psicologici (interni). Alla radice di queste paure sussiste quasi sempre un disagio interno che porta le persone a sentirsi inadeguate, per nulla fiduciose in sé stesse e alla ricerca continua di una figura protettrice. Infine, ciò che aggrava le situazioni tipiche dell'agorafobia, soprattutto quando esse si siano già verificate in passato, è l'elemento della paura che esse possano ripetersi da un momento all'altro, finendo così per instaurare un circolo vizioso da cui è molto difficile uscire e che provoca, nei casi più gravi, violenti attacchi di panico. 

Dal punto di vista ambientale, i luoghi tipici in cui può aversi agorafobia sono i mezzi di trasporto o i luoghi di ritrovo al chiuso (ristoranti o cinema) e all'aperto, in particolar modo quelli molto affollati (per esempio in mezzo al traffico), anche se il semplice trovarsi da solo in uno spazio molto vasto può provocare gli stessi effetti. Tuttavia gli elementi esterni vanno ben oltre la paura dei mezzi di trasporto o dei luoghi chiusi; ovvero, esistono condizioni particolari per cui l’individuo si fa prendere dal panico per motivi ingiustificati. 
Tipico è il caso delle persone che associano sensazioni dolorose interne a gravi malattie o casi in cui l’ansia è talmente elevata da portare la persona a desiderare più di ogni altra cosa la fuga verso un luogo o una persona sicura e protettiva. In questo caso la lontananza da una persona di riferimento e la difficoltà a raggiungerla può generare ansia o attacchi di panico.

COME CURARE L'AGORAFOBIA
Generalmente chi soffre di disturbi da agorafobia tende a evitare, oltre alle situazioni potenzialmente pericolose, anche di parlare dei propri problemi, avvertendo questo suo disagio interno come qualcosa di umiliante e imbarazzante nei confronti della società. 
Questo non permette né di comprendere la reale portata del disturbo né una facile guarigione. Inoltre queste persone spesso preferiscono rivolgersi alla farmacologia, con uso (e spesso abuso) di ansiolitici. Quest'ultimi, tuttavia, nella maggior parte dei casi, non aiutano a curare la malattia, ma anzi creano sintomi secondari quale ad esempio la dipendenza da essi, una sorta di ancora di salvataggio, priva però di una concreta soluzione. L'agorafobia richiede una terapia psicologica per la sua guarigione e solo se strettamente necessario bisogna abbinare ad essa una terapia farmacologica. La terapia psicologica per l’Agorafobia è mirata alla risoluzione e al miglioramento della situazione di disagio attraverso una riorganizzazione delle risorse della persona con lo scopo di individuare ed intervenire sulle cause del problema (e non solo sui sintomi come fa la terapia farmacologica)  e cercando, inoltre, di trasmettere una maggiore convinzione e fiducia in sé stessi. 
               
 Se soffri di agorafobia ed hai bisogno di una consulenza puoi contattarmi al numero 3333072104

Dott.ssa Rita Manzo
Psicologa, Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale
Calvi Risorta (CE), Santa Maria Capua Vetere (CE)

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lunedì 4 marzo 2013

ANSIA E DISTURBI D’ANSIA


L’ansia è un'emozione di base che comporta uno stato di attivazione dell’organismo quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa. Nella specie umana l’ansia si traduce in una tendenza immediata all’esplorazione dell’ambiente, nella ricerca di spiegazioni, rassicurazioni e vie di fuga, nonché in una serie di fenomeni neurovegetativi come l’aumento della frequenza del respiro, del battito cardiaco (tachicardia), della sudorazione, vertigini, ecc.. Tali fenomeni dipendono dal fatto che, ipotizzando di trovarsi in una situazione di reale pericolo, l'organismo in ansia ha bisogno della massima energia muscolare a disposizione, per poter scappare o attaccare in modo più efficace possibile, scongiurando il pericolo e garantendosi la sopravvivenza.
Dunque l’ansia ha una funzione adattiva. E’ un meccanismo utile per la sopravvivenza e l’adattamento all’ambiente, permette di riconoscere segnali minacciosi e pericoli, mobilitando le risorse più appropriate per fronteggiare situazioni critiche come situazioni di pericolo fisico (rischio di morte o di danni al proprio corpo), oppure situazioni di pericolo affettivo e sociale (rischio di perdere la protezione e l’affetto della figura di accudimento, rischio di essere isolati dal gruppo, rischio di essere abbandonati dal partner, di essere derisi, ecc.).
L’ansia, quindi, non è solo un limite o un disturbo, ma costituisce una importante risorsa, perché è una condizione fisiologica, efficace in molti momenti della vita per proteggerci dai rischi, mantenere lo stato di allerta e migliorare le prestazioni.
Quando il sistema dell’ansia si attiva in maniera eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni, però, siamo di fronte ad un disturbo d'ansia, che può complicare notevolmente la vita di una persona e renderla incapace di affrontare anche le più comuni situazioni.
L’ansia diventa disadattiva quando è incongrua o esagerata rispetto alla situazione ed interferisce in modo significativo con la vita di una persona, con le sue scelte, con i suoi comportamenti quotidiani.
L’ansia è un’emozione alla base di attacchi di panico, fobie e di altri disturbi, detti appunto disturbi d’ansia.
I disturbi d'ansia conosciuti e chiaramente diagnosticabili sono i seguenti:
-Fobia specifica (aereo, spazi chiusi, ragni, cani, gatti, insetti, ecc.).
-Disturbo di panico e agorafobia (paura di stare in situazioni da cui non vi sia una rapida via di fuga).
-Disturbo ossessivo-compulsivo.
-Fobia sociale.
-Disturbo da stress acuto o post-traumatico da stress.
-Disturbo d'ansia generalizzata.
SINTOMI
L'ansia è connotata da varie sensazioni per lo più spiacevoli fra cui il timore, la paura, l'apprensione, la preoccupazione, la sensazione che le cose possano sfuggire di mano, il bisogno di trovare una soluzione immediata e, nel caso di esposizione prolungata, la frustrazione e la disperazione.
L’ansia sproporzionata può manifestarsi con sintomi psichici, come sensazione di pericolo imminente o di minaccia verso qualcosa di indefinito su cui non si ha il controllo. Questo stato dà luogo a preoccupazioni immotivate riguardo ogni settore della propria vita (salute, futuro, lavoro, persone care) determinando uno stato di continua apprensione, ed eccessive reazioni di allarme anche verso sollecitazioni di lieve entità. L’ansia può manifestarsi, inoltre con sintomi somatici: disturbi cardiovascolari (tachicardia, palpitazioni, variazioni della pressione, dolori al torace) o respiratori (sensazioni di soffocamento o di mancanza del respiro), gastrointestinali (stitichezza, diarrea, nausea, vomito, bruciore o dolore gastrico) e somatici (sudorazione, sensazioni di freddo o di caldo, bocca secca, senso di vertigine o di sbandamento), oltre a alterazioni del sonno e dell’appetito.
Il soggetto ansioso accusa difficoltà di concentrazione e un vago senso di confusione che rendono difficoltosa la sua applicazione alle abituali attività e possono portare ad una riduzione delle prestazioni e dell’efficienza abituali. Inoltre, con l'accrescersi dell'ansia anticipatoria, molti soggetti ansiosi preferiscono evitare luoghi e situazioni che possono essere fonte di ansia.
TRATTAMENTO
Quando l’ansia supera un certo livello, disperde troppe energie e porta ad un disagio insopportabile. Bisogna quindi trovare una via d’uscita. E’ necessaria una cura quando l’ansia e i suoi sintomi compaiono spesso e per periodi prolungati, quando hanno un’intensità eccessiva rispetto alla situazione e sono vissuti con molto anticipo rispetto all’evento temuto (ansia anticipatoria) e, in generale, quando si prova ansia in situazioni che la maggior parte delle persone affronta senza particolare disagio.
Inoltre, quando le scelte di vita (sia nella quotidianità sia in tempi più lunghi) sono condizionate dall’evitare situazioni di ansia è opportuno valutare un intervento terapeutico specifico.
L’ansia è spesso collegata ad una paura cosciente, accettabile che ne maschera una più profonda e meno accettabile. Il compito dello psicoterapeuta è quello di capire le origini di tale ansia. Il lavoro terapeutico ha inoltre l’obiettivo di permettere alla persona di gestire meglio le situazioni vissute con ansia favorendo le scelte di vita coerenti con il proprio benessere, riducendo l’ansia e superando i limiti dati dall’ansia e dai sintomi d’ansia.
Per superare un Disturbo d'ansia è opportuno rivolgersi ad un terapeuta per chiedere una diagnosi e valutare l’indicazione per un trattamento, che in alcuni casi, può essere integrato da una terapia farmacologica sotto controllo medico.
Troppo spesso però i disturbi d’ansia sono trattati solo con la terapia farmacologica (di stretta competenza medica), utile a ridurre o eliminare la sintomatologia, ma non ad eliminare le cause del disturbo. 
I disturbi d’ansia si possono affrontare rivolgendosi ad uno psicologo-psicoterapeuta, chiedendo una consulenza necessaria a raccogliere gli elementi utili per individuare un percorso specifico utile alla sua risoluzione. 
Il percorso psicoterapeutico, ha una valenza importante, in quanto è finalizzato non solo ad eliminare il sintomo, ma anche le sue cause, percorrendo la strada che va alla radice del disagio.  
La terapia Sistemico-Relazionale si può rivelare utile nel trattamento di questo disturbo. 
           Dott.ssa Rita Manzo, Psicologa e Psicoterapeuta


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