INFORMAZIONI:

SALVE, SONO LA DOTT.SSA RITA MANZO, PSICOLOGA E PSICOTERAPEUTA SISTEMICO-RELAZIONALE. RICEVO TUTTI I GIORNI DAL LUNEDI AL VENERDI DALLE 8:30 ALLE 20:30 PREVIO APPUNTAMENTO TELEFONICO AL NUMERO 3333072104. LO STUDIO SI TROVA A CALVI RISORTA (CE), IN VIA GUGLIELMO MARCONI N.30. SI HA LA POSSIBILITA' DI USUFRUIRE DELLA TERAPIA PSICOLOGICA ANCHE IN MODALITA' ONLINE. SERVIZI OFFERTI: PSICOTERAPIA INDIVIDUALE, DI COPPIA E FAMILIARE, CONSULENZA E SOSTEGNO PSICOLOGICO.

mercoledì 29 giugno 2016

DEPRESSIONE POST PARTO: COME RIDURRE I SINTOMI

La Depressione post parto è una condizione di malessere psicologico che colpisce circa il 10% delle neomamme con sintomi gravi e persistenti (es. mancanza di interesse e sentimenti negativi verso il neonato, senso di inadeguatezza e paura di fargli del male, ritiro sociale, disturbi del sonno e dell’alimentazione, disturbi somatici, ecc…) che possono interferire con le capacità della mamma di prendersi cura del proprio bambino.
La Depressione post parto si manifesta nelle settimane successive al parto e si sviluppa gradualmente in un periodo di diversi mesi. 
Se i sintomi persistono per più di due settimane, minando il benessere psicofisico della neomamma e del proprio bimbo, si ritiene necessario l’intervento di uno psicoterapeuta.
Prendersi cura di sè quando si ha una depressione post parto è la cosa migliore che una donna possa fare per ridurne i sintomi. 
COME RIDURRE I SINTOMI?
È opportuno adottare dei cambiamenti nel proprio stile di vita:
  1. Riposare il più possibile facendo dei brevi sonnellini durante il giorno quando il bambino dorme. Poco sonno non fa che peggiorare la depressione.
  2. Manenere una dieta equilibrata; mangiare tanta frutta e verdura.
  3. Dedicare del tempo a sè stesse ogni giorno per rilassarsi e prendersi una pausa dai doveri di mamma.
  4. Parlare dei propri sentimenti e stati d’animo con una persona fidata, familiare o amico, che sia disposta ad ascoltare senza giudizio e ad offrire rassicurazione e sostegno emotivo.
  5. Scrivere un diario giornaliero dei propri pensieri e sentimenti. 
  6. Trovare persone che possano aiutarvi con la cura dei figli, i lavori domestici, le commissioni e qualsiasi altro aiuto che permetterà di riposarvi e godervi al massimo la maternità.
  7. Mantenere stretti i legami con familiari e amici. La Depressione porta la neomamma a chiudersi in sè stessa e ad evitare le relazioni! L’isolamento aggrava ancora di più lo stato depressivo, per tale motivo è fondamentale accogliere la vicinanza dei propri cari e lasciarsi supportare da essi.
  8. Fare tante passeggiate all’aria aperta con il piccolo.
  9. Esporsi alla luce del sole per almeno 15 minuti al giorno. La luce solare è un antidepressivo naturale!
  10. Non siate troppo dure con voi stesse. Non esistono persone perfette e dunque non aspettatevi la perfezione da voi!non stressatevi troppo, fate solo ciò che riuscite a fare e rimandate le cose inutili!

Se sei una neomamma e stai vivendo i sintomi della depressione post parto ed hai bisogno di aiuto puoi fissare un appuntamento contattandomi al numero 3333072104.

Dott.ssa Rita Manzo
Psicologa, Psicoterapeuta
Calvi Risorta (CE) , Santa Maria Capua Vetere (CE) 
                                 


venerdì 24 giugno 2016

BABY BLUES E DEPRESSIONE POST PARTO

Baby Blues Dott.ssa Rita Manzo psicologa psicoterapeuta Caserta Napoli

Prima del parto la futura mamma si ritrova spesso a fantasticare sull’evento della nascita, preparandosi a vivere sentimenti estremamente positivi e momenti felici da condividere con il partner, gli amici e la propria famiglia. Molto spesso però, tali aspettative sono disattese e ci si ritrova a vivere dopo il parto uno stato di malessere psicologico. Tale condizione di disagio interiore interessa circa l’80% delle neomamme e prende il nome di BABY BLUES.
I sintomi del baby blues sono:
  • Sbalzi d’umore
  • Ansia
  • Paura di non essere in grado di prestare cure adeguate al bimbo
  • Disturbi del sonno
  • Tristezza
  • Crisi di pianto
  • Impazienza
  • Irritabilità
  • Alterazioni dell’appetito
  • Difficoltà di concentrazione.

Tali sintomi si manifestano subito dopo il parto e sono di natura transitoria, in genere regrediscono spontaneamente entro 2-3 settimane.
Le cause del baby blues sono molteplici:
  • stress psicofisico causato dal parto
  • sconvolgimenti ormonali conseguenti al parto
  • emozioni legate all’esperienza del parto
  • differenza tra il bambino che si era immaginato e la realtà
  • nuovo status: si passa dall’essere figlia all’essere madre
  • ansia legata all’assunzione di responsabilità nei confronti del neonato
  • oggettive difficoltà nel prendersi cura del neonato
  • preoccupazione per il proprio aspetto, percezione di essere grassa e poco attraente.
Il baby blues è una condizione normale della nuova maternità. Di solito con l’assestamento ormonale, l’appoggio e l’aiuto della famiglia e tanto riposo si avrà un ritorno alla normalità entro due settimane, senza la necessità di un intervento specialistico.
Se i sintomi non scompaiono dopo poche settimane o addirittura peggiorano si può avere la DEPRESSIONE POST PARTO, i cui sintomi sono molto più gravi e persistenti rispetto al baby blues. 

La depressione post parto colpisce circa il 10% delle neomamme. Si manifesta nelle settimane successive al parto e si sviluppa gradualmente in un periodo di diversi mesi.
I sintomi della depressione post parto (DPP) sono:
  • mancanza di interesse e sentimenti negativi verso il neonato
  • sensazione di inadeguatezza nei confronti del bambino e paura di fargli del male o di restare da sola con lui
  • sensi di colpa, indegnità, inutilità e vergogna
  • pensieri ricorrenti di morte o suicidio
  • disturbi del sonno: dormire di più o di meno rispetto al solito
  • disturbi dell’appetito: mangiare di più o di meno rispetto al solito
  • sentimenti di rabbia o irritabilità
  • irrequietezza
  • umore depresso, tristezza e sopraffazione
  • preoccupazioni eccessive, ansia e/o panico
  • crisi di pianto frequenti
  • mancanza di energie e motivazione
  • difficoltà di concentrazione
  • difficoltà nel prendere decisioni
  • difficoltà di memoria
  • perdita di interesse per le attività che prima davano piacere
  • perdita del desiderio sessuale
  • ritiro sociale
  • disturbi somatici come mal di testa, mal di stomaco, dolori articolari, dolori muscolari, disturbi digestivi ecc..).
Le cause della depressione post parto.
Non possiamo ricondurre la depressione post parto ad una singola causa. Possono contribuire allo sviluppo della patologia:
  • cambiamenti ormonali: dopo il parto le donne subiscono un forte calo dei livelli di estrogeni e di progesterone. Anche i livelli di ormoni prodotti dalla ghiandola tiroidea possono diminuire drasticamente, portando stanchezza e depressione.
  • Sensazione di stanchezza dopo il parto a causa della costante deprivazione di sonno e dei ritmi imposti dal bambino
  • Familiarità: Le donne con una storia familiare di depressione hanno più probabilità di soffrirne
  • Fattori stressanti: La gravidanza e il parto sono esperienze stressanti che già da sole possono determinare una depressione post parto. A ciò spesso si aggiungono altri fattori stressanti come ad esempio, la perdita di una persona cara o difficoltà a lavoro che rendono la persona ancora più vulnerabile.
  • Fattori sociali: la giovane età, l’inesperienza, la solitudine, le condizioni economiche precarie, i conflitti coniugali e la mancanza di aiuto e sostegno da parte di familiari e  amici amplificano la probabilità di sviluppare una depressione post parto.
  • Gravidanza non pianificata o non desiderata
  • Problemi con una precedente gravidanza o il parto.

Il trattamento per le neomamme

La DPP può interferire con la capacità della neomamma di prendersi cura del suo bambino, pertanto se i sintomi sono invalidanti o persistono oltre le due settimane e la madre ha la percezione di poter far del male a se stessa o al bambino è importante chiedere subito l’intervento di uno psicoterapeuta. Può essere utile una terapia di coppia quando vi sono delle difficoltà coniugali che impediscono ai genitori di rispondere adeguatamente alle esigenze del bambino, o quando la neomamma sente di non avere in casa un valido sostegno da parte del partner.

Se sei una neomamma e stai vivendo i sintomi della depressione post parto ed hai bisogno di aiuto puoi fissare un appuntamento contattarmi al numero 3333072104


Dott.ssa Rita Manzo
Psicologa, Psicoterapeuta
Calvi Risorta (CE) - Santa Maria Capua Vetere (CE) – Napoli (NA)

Puoi cliccare qui per effettuare il TEST DI AUTOVALUTAZIONE DEPRESSIONE POST PARTO

martedì 7 giugno 2016

AIUTO, COME DICO A MIO FIGLIO CHE CI STIAMO SEPARANDO?


La separazione è un evento molto doloroso ed estremamente delicato che desta ancora più angoscia e preoccupazioni quando si hanno dei figli. La paura più grande per i genitori è quella di turbarli con la notizia della separazione, di rompere il loro equilibrio interiore, lasciando delle ferite che non si rimargineranno mai. Sempre più spesso ricevo allo studio uno o entrambi i genitori che mi chiedono quale sia il modo migliore per affrontare l’argomento con i propri figli e quando sia il momento giusto per parlare con loro della separazione al fine di rendere la notizia “accettabile” ed evitare di traumatizzarli. Affrontare l’argomento nel modo giusto con i propri bambini non garantisce che essi non subiranno un trauma, ma ne riduce sicuramente le probabilità; ci tengo anche a precisare che non necessariamente la separazione rappresenta un evento traumatico per i bambini, spesso essi vengono infatti danneggiati più da famiglie “unite” in conflitto tra loro, che da famiglie “separate”.




Quando parlare della separazione ai figli?
E’ fondamentale che la decisione della separazione venga comunicata ai bambini solo quando si è effettivamente sicuri di tale scelta per evitare di destabilizzare i bambini comunicandogli una cosa e poi facendo tutt’altro. Dunque, fino a quando si è ancora nella fase di provare a recuperare il rapporto e non si è ancora sicuri che la separazione sia la scelta giusta da prendere è bene mantenere la massima riservatezza. E’ bene scegliere un momento della giornata in cui il bambino è calmo e sereno per renderlo emotivamente più predisposto ad elaborare le parole di mamma e papà.



Come parlare della separazione ai figli?
E’ importante che la coppia genitoriale concordi insieme cosa dire ai figli e quale sia il modo e il momento giusto per farlo. L’annuncio inoltre va fatto nel modo più sereno possibile, evitando recriminazioni, rancori, offese, screzi reciproci davanti ai figli. Se tutto ciò non è possibile è bene rivolgersi ad uno psicologo, o uno psicoterapeuta sistemico-relazionale che possa aiutare la coppia a gestire le difficoltà, raggiungere un punto d’incontro e a trattare l’evento con i figli con maggiore serenità.
Per rendere il discorso comprensibile è bene utilizzare parole adeguate all’età del bambino. I genitori devono spiegare ai propri figli che pur volendosi bene non vanno più d’accordo e, per capirsi e andare d’accordo, hanno necessità di vivere in due case separate. Va spiegato ai figli che l’amore tra due persone adulte talvolta non dura per sempre, a volte si trasforma. Lo scopo di tale discorso è quello di annullare la fantasia del bambino che ciò che sta accadendo sia colpa sua. I figli vanno sempre rassicurati sul fatto che l’affetto che si prova per loro rimarrà invariato e che essi potranno sempre contare su entrambi i genitori. Bisogna essere in sintonia con le loro emozioni, ascoltarli con attenzione, riconoscendo e accettando i loro sentimenti, rispondere alle loro domande e ai loro dubbi in modo appropriato, riducendo così il rischio di traumi. E’ necessario che i genitori utilizzino strategie che gli consentano di rimanere in contatto emotivo con i loro bambini nei giorni e nelle settimane successive seguenti il racconto.

Quali sono gli errori gravi assolutamente da evitare?
Spesso le angosce del bambino non dipendono tanto dalla separazione in sé quanto piuttosto dal modo in cui i genitori gestiscono la separazione. Le cose che assolutamente bisogna evitare sono:
-litigare in presenza dei figli,
-screditare l’altro genitore,
-mettere in discussione il valore dell’altro genitore,
-tentare di tirare il bambino dalla propria parte, magari corrompendolo con regali, per cercare di fargli prendere le distanze dall’altro genitore
-ricattare il bambino quando va via con l’altro genitore,
-raccontare al bambino di tradimenti o altri torti subiti da parte dell’altro genitore.
Tali  pressioni psicologiche vengono vissute dal bambino come una violenza. Per preservare la sua integrità è necessario fare in modo che egli non risenta troppo della nuova condizione familiare. Pertanto è necessario tra genitori mantenere un atteggiamento quanto più possibile cordiale, parlarsi con tono gentile, cooperare e relazionarsi in maniera civile e serena per il bene del bambino.


Se sei un genitore o una coppia che sta attraversando questa fase e vuoi saperne di più o hai bisogno di una consulenza puoi contattarmi al numero 3333072104.

Dott.ssa Rita Manzo