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giovedì 4 aprile 2013

IPOCONDRIA: CAUSE E TRATTAMENTO

CAUSE DELL’IPOCONDRIA
L’ipocondria, ovvero la preoccupazione legata alla paura di avere una malattia grave in seguito ad una erronea interpretazione di sintomi somatici, può essere determinata da varie cause:
- fattori psico-sociali stressanti, come ad esempio la malattia (soprattutto  tumore o patologie cardiache o cerebrali) e/o la morte di una persona vicina al paziente, che gli fa temere che la stessa cosa accada anche a lui.
- eccessiva preoccupazione da parte dei familiari per la salute del paziente fin dalla prima infanzia, generando in quest’ultimo un’immagine mentale di sé come persona debole e soggetta a problemi di salute, e la paura costante che nel proprio corpo qualcosa non funzioni a dovere.
- presenza di angoscia che la psiche della persona non è in grado di elaborare sul piano mentale, e che sposta quindi sul piano corporeo per renderla gestibile con modalità concrete. In sostanza in presenza di situazioni stressanti e sgradevoli, il soggetto manifesta le proprie emozioni attraverso il corpo, con sintomi fisici quali cefalea, gastrite, colite che prendono il posto di emozioni come la rabbia e il dolore. Questi sono sintomi fastidiosi e persistenti che non hanno ovviamente cause mediche ma che preoccupano molto chi ne è colpito, generando in lui l’idea di avere una patologia grave.

LE SOLUZIONI TENTATE DAI PAZIENTI
                    

I soggetti ipocondriaci mettono in atto una serie di comportamenti atti ad alleviare le proprie sofferenze e paure. Tra questi, innanzitutto la ricerca costante di rassicurazione da parte soprattutto di medici, familiari ed amici; ma anche il continuo controllo di eventuali segnali inviati dal proprio corpo. Questi comportamenti tendono a ripetersi e perpetuarsi nel tempo perché, nel breve termine, riducono l’ansia del soggetto. Nel lungo periodo, però, tali comportamenti risultano essere disadattavi mantenendo in vita il disturbo per vari motivi:
- Più tempo il soggetto passa discutendo della propria salute, maggiore è la quantità di informazioni che raccoglierà circa eventuali condizioni mediche gravi e, di conseguenza, maggiore sarà la sua preoccupazione. Ad aggravare la situazione di chi presenta questo disturbo oggi, è la possibilità di ottenere notizie e consulenze on-line, mediante internet, ciò offre a queste persone un’ulteriore formidabile opportunità di consultare in tempo reale specialisti on line.
- Più i soggetti ipocondriaci chiedono aiuto e rassicurazione agli altri significativi e più rinforzano l’idea di sé stessi come persone deboli, vulnerabili, fragili e bisognose degli altri.
- Chiedere rassicurazione ai propri medici circa l’essere o meno affetti da una determinata patologia, espone a maggiore rischio di subire procedure diagnostiche, spesso non necessarie, che acutizzano l’ansia. E’ evidente che ogni intervento medico, che sia  diagnostico o farmacologico, conferma lo stato di presunta malattia del soggetto, funzionando così da ulteriore tentata soluzione che invece di risolvere , complica ulteriormente il problema.
- Non poter dare al paziente l’assoluta certezza dell’assenza del disturbo lascia al paziente spazio per dubitare dell’accuratezza della diagnosi medica. L’impossibilità di ottenere una diagnosi sicura al 100% non fa altro che alimentare la necessità di cercarla.

IL TRATTAMENTO PSICOLOGICO DELL’IPOCONDRIA
Una volta esclusa qualunque condizione medica che possa spiegare pienamente i segni o i sintomi fisici manifestati, il trattamento d’elezione è la psicoterapia, che viene effettuata da uno psicologo specializzato in psicoterapia. 
L’ipocondriaco non è  un “malato immaginario” né tanto meno si inventa sintomi e malesseri: chi soffre di questo disturbo si sente realmente male, e il suo problema consiste unicamente nella difficoltà di accettare che il disagio è prodotto dalla sua mente e non ha altre spiegazioni. E’ molto importante che il paziente si senta compreso e avverta che i suoi problemi e le sue preoccupazioni sono stati considerati in maniera appropriata. Il terapeuta non dovrebbe mai dimenticare di riconoscere al paziente che i sintomi che egli sperimenta sono reali e devono essere presi sul serio. Questi pazienti, infatti, si sono sentiti ripetere probabilmente per lungo tempo che i loro sintomi sono “tutti nella mente” quando, in verità, i sintomi che sperimentano sono assolutamente reali.
E’ difficile che l’ipocondriaco si renda conto della precisa natura del proprio problema con una tale chiarezza da abbandonare la vana ricerca di un oscuro male fisico per affidarsi con convinzione ad uno psicologo. Anche chi sospetta che il proprio malessere sia di natura completamente psicologica fatica ad abbandonare la trafila di visite ed esami medici alla quale si sottopone abitualmente quando inizia una psicoterapia. In un primo momento quindi è realistico pensare che la persona non abbandoni del tutto il dubbio di soffrire di un male fisico, e il trattamento psicoterapeutico avverrà con tutta probabilità mentre il paziente è ancora alla ricerca di una spiegazione medica per i propri disturbi. La conquista della convinzione della natura psicologica del malessere infatti costituisce un obiettivo terapeutico che sarà raggiunto solo in un secondo momento . Ciò che conta quindi non è che la persona smetta subito di sottoporsi agli accertamenti, che sono per lei funzionali, ma che arrivi a non eseguirne più dopo aver lavorato sulle cause del problema. La paura patologica, proprio in quanto costruzione della mente, può essere destrutturata e superata grazie all’aiuto di uno psicologo psicoterapeuta. 
Per poter accettare e iniziare un percorso terapeutico è indispensabile  una profonda motivazione al cambiamento, che può trovare energia nella propria sofferenza ma anche nella presa di coscienza del dolore e del disagio che la propria condizione procura alle persone amate.
Quando la psicoterapia non è praticabile o la gravità del quadro clinico lo richiede è utile il ricorso alla farmacoterapia, solitamente con la somministrazione di antidepressivi, ammesso che la persona accetti di prendere dei farmaci senza temere che arrechino dei danni al proprio organismo.
Il disturbo ipocondriaco, se non adeguatamente trattato mediante un intervento psicoterapeutico ed eventualmente farmacologico, tende a mantenersi nel tempo, portando ad un deterioramento della qualità della vita del soggetto.
                                         Dott.ssa Rita Manzo

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