Vedi anche: Ipocondria: definizione e criteri diagnostici
CAUSE
DELL’IPOCONDRIA
L’ipocondria,
ovvero la preoccupazione legata alla paura di avere una malattia grave in
seguito ad una erronea interpretazione di sintomi somatici, può essere
determinata da varie cause:
-
fattori psico-sociali stressanti,
come ad esempio la malattia (soprattutto
tumore o patologie cardiache o cerebrali) e/o la morte di una persona
vicina al paziente, che gli fa temere che la stessa cosa accada anche a lui.
-
eccessiva preoccupazione da parte dei familiari per la salute del paziente fin
dalla prima infanzia, generando in quest’ultimo un’immagine mentale di sé come
persona debole e soggetta a problemi di salute, e la paura costante che nel
proprio corpo qualcosa non funzioni a dovere.
-
presenza di angoscia che la psiche della persona non è in grado di elaborare
sul piano mentale, e che sposta quindi sul piano corporeo per renderla
gestibile con modalità concrete. In sostanza in presenza di situazioni
stressanti e sgradevoli, il soggetto manifesta le proprie emozioni attraverso
il corpo, con sintomi fisici quali cefalea, gastrite, colite che prendono il
posto di emozioni come la rabbia e il dolore. Questi sono sintomi fastidiosi e
persistenti che non hanno ovviamente cause mediche ma che preoccupano molto chi
ne è colpito, generando in lui l’idea di avere una patologia grave.
LE SOLUZIONI TENTATE DAI PAZIENTI
I soggetti ipocondriaci mettono in atto una serie
di comportamenti atti ad alleviare le proprie sofferenze e paure. Tra questi,
innanzitutto la ricerca costante di rassicurazione da parte soprattutto di medici,
familiari ed amici; ma anche il continuo controllo di eventuali segnali inviati
dal proprio corpo. Questi comportamenti tendono a ripetersi e perpetuarsi nel
tempo perché, nel breve termine, riducono l’ansia del soggetto. Nel lungo
periodo, però, tali comportamenti risultano essere disadattavi mantenendo in
vita il disturbo per vari motivi:
- Più
tempo il soggetto passa discutendo della propria salute, maggiore è la quantità
di informazioni che raccoglierà circa eventuali condizioni mediche gravi e, di
conseguenza, maggiore sarà la sua preoccupazione. Ad aggravare la
situazione di chi presenta questo disturbo oggi, è la possibilità di ottenere
notizie e consulenze on-line, mediante internet, ciò offre a queste persone
un’ulteriore formidabile opportunità di consultare in tempo reale specialisti
on line.
- Più i soggetti ipocondriaci chiedono aiuto e
rassicurazione agli altri significativi e più rinforzano l’idea di sé stessi come
persone deboli, vulnerabili, fragili e bisognose degli altri.
-
Chiedere rassicurazione ai propri medici circa l’essere o meno affetti da una
determinata patologia, espone a maggiore rischio di subire procedure
diagnostiche, spesso non necessarie, che acutizzano l’ansia.
E’ evidente che ogni intervento medico, che sia diagnostico o
farmacologico, conferma lo stato di presunta malattia del soggetto, funzionando
così da ulteriore tentata soluzione che invece di risolvere , complica
ulteriormente il problema.
- Non poter dare al paziente l’assoluta
certezza dell’assenza del disturbo lascia al paziente spazio per dubitare
dell’accuratezza della diagnosi medica. L’impossibilità di ottenere una
diagnosi sicura al 100% non fa altro che alimentare la necessità di cercarla.
IL
TRATTAMENTO PSICOLOGICO DELL’IPOCONDRIA
Una
volta esclusa qualunque condizione medica che possa spiegare pienamente i segni
o i sintomi fisici manifestati, il trattamento d’elezione è la psicoterapia, che viene effettuata da uno psicologo specializzato in psicoterapia.
L’ipocondriaco
non è un “malato immaginario” né tanto
meno si inventa sintomi e malesseri: chi soffre di questo disturbo si sente
realmente male, e il suo problema consiste unicamente nella difficoltà di
accettare che il disagio è prodotto dalla sua mente e non ha altre spiegazioni. E’ molto importante che il paziente si senta
compreso e avverta che i suoi problemi e le sue preoccupazioni sono stati
considerati in maniera appropriata. Il terapeuta non dovrebbe mai dimenticare
di riconoscere al paziente che i sintomi che egli sperimenta sono reali e
devono essere presi sul serio. Questi pazienti, infatti, si sono sentiti
ripetere probabilmente per lungo tempo che i loro sintomi sono “tutti nella
mente” quando, in verità, i sintomi che sperimentano sono assolutamente reali.
E’ difficile
che l’ipocondriaco si renda conto della precisa natura del proprio problema con
una tale chiarezza da abbandonare la vana ricerca di un oscuro male fisico per
affidarsi con convinzione ad uno psicologo. Anche chi sospetta che il proprio
malessere sia di natura completamente psicologica fatica ad abbandonare la
trafila di visite ed esami medici alla quale si sottopone abitualmente quando
inizia una psicoterapia. In un primo momento quindi è realistico pensare che la
persona non abbandoni del tutto il dubbio di soffrire di un male fisico, e il
trattamento psicoterapeutico avverrà con tutta probabilità mentre il paziente è
ancora alla ricerca di una spiegazione medica per i propri disturbi. La
conquista della convinzione della natura psicologica del malessere infatti
costituisce un obiettivo terapeutico che sarà raggiunto solo in un secondo
momento . Ciò che conta quindi non è che la persona smetta subito di sottoporsi
agli accertamenti, che sono per lei funzionali, ma che arrivi a non eseguirne
più dopo aver lavorato sulle cause del problema. La paura patologica, proprio
in quanto costruzione della mente, può essere destrutturata e superata grazie
all’aiuto di uno psicologo psicoterapeuta.
Per poter accettare e iniziare un percorso
terapeutico è indispensabile una profonda motivazione al cambiamento, che
può trovare energia nella propria sofferenza ma anche nella presa di coscienza
del dolore e del disagio che la propria condizione procura alle persone amate.
Quando
la psicoterapia non è praticabile o la gravità del quadro clinico lo richiede è
utile il ricorso alla farmacoterapia, solitamente con la somministrazione di
antidepressivi, ammesso che la persona accetti di prendere dei farmaci senza
temere che arrechino dei danni al proprio organismo.
Il disturbo
ipocondriaco, se non adeguatamente trattato mediante un
intervento psicoterapeutico ed eventualmente farmacologico, tende a mantenersi
nel tempo, portando ad un deterioramento della qualità della vita del soggetto.
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