Con il matrimonio la coppia si trova ad affrontare tutta una serie di
compiti che implicano la costruzione di
una relazione fondata sul “noi”, sulla condivisione, sull’empatia, sulla
collaborazione reciproca e su un impegno reciproco prolungato nel tempo.
Il matrimonio è un processo dinamico e continuo
che segna il primo passo della costruzione di una famiglia. Attraverso di esso i
partner hanno la possibilità di
negoziare alcuni diritti, privilegi e capacità individuali, per il vantaggio di
appartenere ad una diade che è più forte di ciascuno di loro preso
isolatamente, e dalla quale entrambi traggono la forza necessaria per
affrontare la realtà sociale e culturale nella quale sono inseriti.
Malagoli Togliatti e Lubrano Lavadera
definiscono il matrimonio come il risultato di un continuo e delicato lavoro di
costruzione, mediazione e traduzione dei desideri e bisogni individuali, delle
storie e culture di entrambe le famiglie e di tutte quelle norme, dei valori e
dei vincoli sociali del contesto socio-culturale di appartenenza (2002).
Quindi ogni volta che discutete con la vostra metà su
dove passare le feste, o dai genitori di chi dei due andare a cena state
facendo proprio questo lavoro di costruzione, mediazione e traduzione dei vostri
bisogni e di quelli della vostra metà, di quelli delle due famiglie d’origine e
delle norme civili e culturali del vostro contesto d’appartenenza.
I compiti di sviluppo che la nuova coppia si trova ad affrontare col matrimonio sono
due:
1) Adattamento alla vita di coppiaà I
partner cercano di adattarsi alla vita di coppia cercando di stabilire i ruoli
di entrambi all’interno della coppia, le
gerarchie, le funzioni, le regole implicite ed esplicite, gli spazi di libertà
e intimità.
Si cerca di affrontare e risolvere i
problemi pratici relativi all’organizzazione della vita quotidiana. Nel
mettere in atto il processo di accomodamento reciproco, ognuno dei membri della
coppia mette in atto una serie di modelli appresi dalla propria famiglia
d'origine cercando di imporli al partner. Questo produrrà tensioni, ma
gradualmente la coppia giungerà a creare modelli condivisi da entrambi. Se
questi compiti sono assolti con successo, ciascun partner percepirà un senso di
reciprocità e collaborazione, prendendosi le proprie responsabilità e dando un
contributo al mantenimento di un sano equilibrio affettivo, senza però perdere
la propria individualità.
Ci sono alcuni fattori (M. Malagoli
Togliatti e A. Lubrano Lavadera, 2002) che possono ostacolare
questi processi di adattamento:
-la coppia si sposa prima dei 20 anni e dopo
i 40;
-i due partner dipendono dalle proprie
famiglie di origine dal punto di vista economico, relazionale, affettivo ed
emotivo;
-la coppia va a convivere con una delle due
famiglie di origine;
-la coppia si incontra o si sposa in
corrispondenza di un lutto significativo;
-la coppia si sposa col parere contrario di
una o di entrambe le famiglie di origine;
-i due partner provengono da famiglie separate;
-i due partner provengono da famiglie molto
diverse sul piano culturale, religioso, economico, politico, etnico.
La gran parte dei problemi che la coppia si
trova ad affrontare non è prevedibile prima del matrimonio, anche perché le
convinzioni e le idee sul matrimonio non sempre coincidono con la realtà dei
fatti.
All’inizio del matrimonio può risultare molto difficile per la nuova
coppia gestire un conflitto. Il conflitto può essere costruttivo, quando il
contesto relazionale è cooperativo, o distruttivo, quando il contesto relazionale
è competitivo e mette in discussione il vissuto di autostima o la definizione
del potere nella relazione. Spesso,soprattutto nelle prime fasi del matrimonio,
possono essere messe in atto strategie di evitamento del conflitto per cercare
di preservare il più a lungo possibile un clima idilliaco, ma a lungo andare
questa modalità si rivela estremamente disfunzionale, perché si creano
argomenti e contenuti di cui non si può parlare. Il risentimento e il disaccordo che ne
derivano vengono così espressi indirettamente, attraverso diverse
manifestazioni di disagio.
2) I rapporti con le famiglie d’origineà il matrimonio coinvolge non solo due singoli
individui, ma anche due famiglie d’origine. La coppia coniugale deve cercare di
fondere le due culture d’appartenenza in una sola. E’ la coppia che deve decidere
quali aspetti conservare e quali no delle rispettive famiglie d’origine,
creando una nuova e unica famiglia, comunque diversa ed unica rispetto a quelle
d’appartenenza. La nuova
coppia deve riuscire a raggiungere un equilibrio tra la lealtà verso la propria
famiglia d’origine e quella verso la coppia stessa. Tra genitori e nuova coppia
va costruita una relazione basata sullo scambio, sul rispetto reciproco e sul mutuo sostegno,
senza condizionamenti, tale che i legami tra la nuova coppia e le famiglie d’origine
non diventino dei vincoli ma delle risorse. Il raggiungimento di una buona
individuazione e separazione dalla propria famiglia d’origine consentirà alla
coppia di viversi a pieno il matrimonio pur conservando ben salde le relazioni
con i rispettivi genitori.
Sicuramente non è semplice
gestire nella quotidianità le difficoltà che un matrimonio presenta,
soprattutto all’inizio, perché nessuno vi da le istruzioni per l’uso, ma se
nella coppia vi è il rispetto reciproco, la predisposizione all’ascolto, la
capacità di gestire le proprie emozioni e una sana comunicazione allora tali
difficoltà possono essere affrontate con serenità.
Tuttavia, se durante il
percorso si incontrano delle difficoltà dalle quali non ci si riesce a rialzare
si può richiedere l’aiuto di uno psicologo che vi aiuti per una migliore
gestione dei conflitti.
Dott.ssa Rita Manzo
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-Mia suocera tiene i miei figli il sabato, in compenso io tengo il suo tutti i giorni! Anonimo
-Il matrimonio è l'unica favola che comincia con vissero felici e contenti e finisce con c'era una volta. Anonimo
-Il legame di ogni rapporto, sia nel matrimonio sia nell'amicizia, sta nella conversazione. Oscar Wilde
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