La morte del
proprio compagno di vita, sia quando giunge all'improvviso sia quando è attesa
da tempo, è una delle perdite più dolorose e dense di conseguenze che si possano
sperimentare. La propria esistenza cambia completamente: nulla è come prima, ci
si sente persi, impreparati e incapaci di cavarsela da soli, fragili,
disorientati, disperati e spesso spaventati da ciò che avverrà successivamente.
Ritrovarsi
senza la persona con cui si è trascorsa una parte dell'esistenza, scambiato un
sostegno affettivo, emotivo e fisico, condiviso esperienze, creato una
famiglia, spesso fatto nascere dei figli, obbliga ad affrontare emozioni
estremamente dolorose, a sostenere numerosi e inevitabili cambiamenti e a
rinunciare alle speranze e alle aspettative per ciò che sarebbe stata la vita
in compagnia della persona che si è perduta.
Non ci sono regole su come ci
si dovrebbe sentire. Non esiste
un modo giusto o sbagliato di piangere. Spesso chi resta può sentirsi in colpa
per essere ancora vivo o arrabbiato con l’altro coniuge per averlo lasciato,
oppure può provare invidia e rabbia verso chi
non è toccato dal dolore del lutto o verso persone poco sensibili e attente nei
propri confronti. Tali sentimenti sono normali.
In
seguito ad una perdita così grande si può provare un dolore sia fisico che
emotivo. Le persone che sono in
lutto spesso piangono facilmente e possono avere disturbi del sonno, scarso
interesse per il cibo, problemi di concentrazione, difficoltà nel prendere
decisioni.
In genere si vive il lutto
in silenzio e in solitudine e può essere difficile manifestare i propri
sentimenti di tristezza e di dolore di fronte agli altri membri della famiglia,
anche loro in lutto.
Con l'inizio della vedovanza,inoltre, da un punto di vista puramente
pratico, si devono affrontare una serie di compiti nuovi ed è normale sentirsi
sopraffatti dal dover far fronte a tanti impegni urgenti, svolgere nuovi ruoli,
ritrovandosi soli e senza l'abituale sostegno. Ad esempio è terribilmente
gravoso per chi rimane diventare l'unica fonte di reddito per la famiglia,
doversi occupare di questioni finanziarie o della gestione della casa, se non
lo si era mai fatto in precedenza.
Molto spesso, specie se il coniuge scomparso era giovane, ci si trova a
dover far fronte non solo alla propria sofferenza ma anche a quella dei figli.
La loro presenza è un conforto e una risorsa, ma ci si può sentire
incapaci di cogliere pienamente le loro difficoltà, dedicare loro tutto il
tempo di cui necessitano, sostenerli e provvedere ai loro bisogni. Ci si sente
schiacciati dalla responsabilità di crescere dei figli da soli.
Le persone più anziane, che si ritrovano a vivere da sole, possono
sperimentare un senso di grande fragilità e isolamento ed è anche comune che si
sentano in pericolo e spaventate.
In età avanzata diventa più difficile
incontrare nuove persone, allacciare nuovi rapporti di amicizia e aprirsi agli
altri. Sarebbe invece importante cercare di recuperare amicizie e contatti con
i familiari in precedenza trascurati e con i vicini i casa, frequentare luoghi
in cui è possibile incontrare persone, fare nuove conoscenze ed avere nuove
opportunità.
Con la morte del coniuge si
creano molti vuoti nella vita di chi resta, che col tempo si può cercare di
colmare. Ciò non significa dimenticare la persona perduta. Alcune persone possono sentirsi meglio prima di quanto si
aspettano. Altre hanno bisogno di
più tempo per elaborare il lutto. Col
passare del tempo, si può ancora sentire la perdita del coniuge, ma per la
maggior parte delle persone, l'intenso dolore diminuirà.
A questo punto è possibile
cominciare a pensare di intraprendere cose nuove e allacciare nuovi legami,
ricominciare a godere della vita, pur sentendo ancora viva dentro la mancanza
della persona amata; inoltre il tempo necessario per sentirsi meglio non è una
misura per valutare l'amore per la persona perduta.
Riuscire a convivere con il
dolore e a superare la sofferenza di un lutto così grave come quello della
perdita del coniuge, richiede tempo, energia e il desiderio di stare meglio.
È importante ricordarsi che
ogni persona ha bisogno di un suo tempo specifico per riprendersi, diverso da
quello di altre persone.
Tuttavia è bene cercare di
non isolarsi dagli altri e dalla vita in generale.
Se il pensiero di reagire sembra
inaccettabile, bisogna cercare di andare avanti al meglio possibile.
E’ fondamentale non rifuggire e contrastare le emozioni che si vivono, ma prenderle in considerazione per riconoscerle e renderle dicibili prima a se stessi e poi agli altri: in questo modo diventa pian piano possibile mutare il rapporto con le proprie emozioni e non esserne totalmente invasi.
E’ fondamentale non rifuggire e contrastare le emozioni che si vivono, ma prenderle in considerazione per riconoscerle e renderle dicibili prima a se stessi e poi agli altri: in questo modo diventa pian piano possibile mutare il rapporto con le proprie emozioni e non esserne totalmente invasi.
È inoltre importante
cercare di non trascurare la normale quotidianità come ad esempio preparare i
pasti, riposare, seguire i figli, riprendere il proprio lavoro, vedere qualche
persona che può condividere e comprendere la fatica e il dolore che si sta vivendo.
Nei primi tempi del lutto è
normale e frequente che le persone sentano di non aver più voglia di vivere,
che non riescano a riprendere le normali attività quotidiane, che si sentano
avvilite, spaventate e depresse e talvolta, può capitare, che pensino persino
al suicidio.
Per alcune persone, il dolore
causato dalla perdita può andare avanti così a lungo da diventare malsano. Questo può essere un segno di grave
depressione e ansia. Se questi
vissuti permangono nel tempo ed
impediscono
di portare avanti le normali attività della vita quotidiana, è importante
rivolgersi ad uno psicologo.
Dott.ssa Rita Manzo
Ti potrebbero interessare anche i seguenti articoli:
Il lutto nell'adolescenza
Paura di morire
Elaborazione del lutto
Lutto familiare
Il lutto perinatale: perdere un figlio vicino alla nascita
La gestione delle emozioni
Come aiutare un bambino ad affrontare la perdita di una persona cara
Dott.ssa Rita Manzo
Ti potrebbero interessare anche i seguenti articoli:
Il lutto nell'adolescenza
Paura di morire
Elaborazione del lutto
Lutto familiare
Il lutto perinatale: perdere un figlio vicino alla nascita
La gestione delle emozioni
Come aiutare un bambino ad affrontare la perdita di una persona cara